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Data Aggiornamento: Agosto 2021

13 MAGGIO 2017 – AVVOCATI IN PIAZZA

La disciplina di liberalizzazione, con cui è stato abolito dal 2006 il regime dei tariffari minimi per le prestazioni dei professionisti, ha letteralmente stravolto il sistema di determinazione dei compensi utilizzato dagli avvocati, i quali ormai vivono una vera e propria lotta al ribasso nella contrattazione degli onorari relativi alle prestazioni professionali svolte.

L’eliminazione di una soglia minima di tariffazione legata alle prestazioni rese, se da un lato ha consentito maggiori libertà nell’individuazione dei compensi, dall’altro ha reso più difficile ottenere l’effettiva corresponsione degli stessi. Ciò in quanto la molteplicità dei servizi e delle attività rese dal professionista nell’interesse dell’assistito comprende tutta una serie di voci (costi di gestione, ore di lavoro, attività di ricerca ed approfondimento della questione oggetto d’esame ecc..) che non sempre sono di facile conversione economica e che spesso vengono percepiti dall’assistito come eccessivi e sproporzionati. Questi sono alcuni dei presupposti da cui ha avuto inizio una guerra al ribasso tra professionista ed assistiti nella determinazione del compenso per l’attività resa, che spesso finisce per risolversi nell’individuazione di un prezzo di gran lunga inferiore e non adeguato rispetto alla professionalità impiegata per l’esecuzione dell’opera intellettuale.

Per tali ragioni, da anni ormai, le rappresentanze delle categorie professionali forensi, primo fra tutte il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, chiedono a gran voce l’introduzione di una legge ad hoc che preveda il c.d. “equo compenso”. Il diritto, cioè, per l’avvocato di pretendere un compenso congruo, proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto, al contenuto, alla complessità delle questioni trattate, con l’esclusione di qualunque parametro legato al risultato conseguito.

L’Avv. Pietro Di Tosto, Segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha più volte espresso il disagio in cui versano i giovani avvocati romani, piegati alle regole di un mercato che li vede sempre più meri operatori di burocrazia e non fornitori di opera intellettuale. Poste infatti le evidenti difficoltà dei professionisti di lungo corso, sono i giovani la classe più colpita dall’attuale sistema di mercato.

Nell’intento di restituire ai professionisti il decoro e la dignità propri del loro ruolo sociale, anche e soprattutto a garanzia dei cittadini, ponendo fine a quel “mercato professionale” nel quale si tenta di squalificarli innescando una gara al ribasso dei compensi professionali, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma si è fatto promotore di una grande manifestazione che si terrà a Roma il prossimo 13 maggio 2017.

Dall’iniziativa del Presidente Avv. Mauro Vaglio e del Segretario Avv. Pietro di Tosto è nato un comitato promotore di cui ad oggi fanno parte anche l’Ordini degli Avvocati di Napoli, e gli ordini degli Architetti ed Ingegneri di Roma. Alla manifestazione hanno aderito anche l’Organismo Congressuale Forense e la Consulta delle Professioni presso la CCIAA di Roma.

La manifestazione del 13 maggio si preannuncia un grande momento di riflessione sulla condizione dei liberi professionisti italiani.

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