Il canone a scaletta rappresenta una forma sempre più diffusa di determinazione del corrispettivo nei contratti di locazione commerciale, particolarmente apprezzata per la sua flessibilità e adattabilità alle esigenze economiche delle parti.
Nell’ambito degli affitti commerciali, questa modalità consente di concordare un canone locativo crescente nel tempo, rispondendo a strategie economiche e gestionali ben definite.
Il canone a scaletta, o canone differenziato per periodi successivi, è uno strumento contrattuale che prevede l’incremento progressivo del canone d’affitto durante la durata del contratto.
Questa soluzione è particolarmente vantaggiosa nelle locazioni commerciali in quanto permette al conduttore di affrontare costi iniziali più contenuti, favorendo così l’avvio e il consolidamento dell’attività commerciale e una distribuzione equilibrata dei costi lungo la durata contrattuale.
Il canone a scaletta è dunque una valida clausola contrattuale che prevede la determinazione del canone di locazione in misura differenziata e crescente per frazioni successive di tempo nell’arco del rapporto locativo.
Come confermato dalla Cassazione con ordinanza n. 4445/2023, questa modalità di determinazione del canone è in linea di principio pienamente legittima per le locazioni commerciali.
La legittimità del canone a scaletta nelle locazioni ad uso non abitativo deve essere valutata alla luce del principio di libera determinazione convenzionale del canone. Tale principio è previsto dalla normativa vigente per gli immobili a uso diverso dall’abitativo, con riferimento agli articoli 32 e 79, comma 1, della Legge n. 392/1978 (nota come Legge sull’equo canone).
In particolare, la giurisprudenza – come confermato dalla sentenza n. 3399/2024 della Corte di Cassazione civile – ha stabilito che la pattuizione di un canone crescente a scaglioni temporali è da ritenersi legittima, anche in assenza di lavori, migliorie o investimenti sull’immobile locato.
La predetta sentenza così statuisce: “In base al principio generale della libera determinazione convenzionale del canone locativo per gli immobili destinati ad uso non abitativo, deve ritenersi legittima la clausola con cui si convenga una determinazione del canone in misura differenziata”.
Secondo la recente Cassazione n. 20167/2024, il canone a scaletta può essere legittimamente pattuito attraverso tre diverse modalità:
La Cassazione con ordinanza n. 19323/2024 ha ribadito che nelle locazioni commerciali vige il principio della libera determinazione convenzionale del canone. Non è necessario che gli aumenti siano ancorati a specifici elementi predeterminati o che sussistano particolari vantaggi per il conduttore.
Nel contesto delle locazioni commerciali, il canone a scaletta è uno strumento contrattuale utile, ma soggetto a precisi limiti giuridici. Il principale ostacolo alla sua validità è rappresentato dal divieto di elusione delle norme imperative sull’aggiornamento del canone di locazione, previsto dalla Legge n. 392/1978.
Come chiarito dalla Corte d’Appello di Messina con sentenza n. 522/2023, una clausola di canone a scaletta è da considerarsi nulla nei seguenti casi:
Con l’ordinanza n. 22001/2023, la Corte di Cassazione ha precisato che spetta al conduttore che contesta la validità della clausola l’onere di dimostrare l’intento elusivo delle parti.
Tuttavia, il giudice può rilevare d’ufficio la nullità della clausola di canone a scaletta se accerta che essa persegue una finalità elusiva delle disposizioni di legge.
Per i contratti di locazione commerciale con canone annuo superiore a 250.000 euro (c.d. “grandi locazioni”), come evidenziato dalla Cassazione n. 3389/2024, le parti possono liberamente derogare alle norme imperative della L. 392/1978, incluse quelle relative all’indicizzazione e agli aumenti del canone.
Il canone a scaletta rappresenta oggi uno strumento contrattuale efficace e flessibile nell’ambito delle locazioni commerciali, a condizione che venga adottato nel pieno rispetto della normativa vigente. La giurisprudenza consolidata ha chiarito i presupposti e i limiti entro cui tale modalità è da ritenersi legittima, fornendo un quadro normativo chiaro e affidabile per tutti gli operatori del settore immobiliare.
Per garantire la corretta applicazione del canone a scaletta e tutelare i propri interessi contrattuali, è fondamentale affidarsi a professionisti esperti in diritto immobiliare e locazioni commerciali.
Lo Studio Legale Salata, con una consolidata esperienza nel settore delle locazioni ad uso non abitativo, offre consulenza legale qualificata per la redazione, revisione e gestione di contratti contenenti clausole di canone a scaletta. Rivolgiti a noi per una valutazione personalizzata e conforme alla normativa vigente.
Contattaci per una consulenza preliminare gratuita
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 23093/2025, ha riconosciuto la piena validità giuridica della rinuncia abdicativa alla proprietà immobiliare. Un cambiamento radicale nella gestione di […]
Nel dinamico e complesso panorama fiscale italiano, l’acquisizione e l’utilizzo dei crediti d’imposta rappresentano una leva finanziaria di notevole interesse per le imprese. Tuttavia, questo strumento può nascondere insidie significative, […]
Il presente contributo si propone di analizzare in dettaglio gli effetti del pignoramento presso terzi, una procedura disciplinata dall’articolo 72-bis del D.P.R. n. 602 del 1973, con una specifica attenzione […]